Ad un anno dalla inaugurazione nel Settembre 2011 il grande cinema e teatro di Busan in Corea del Sud, degli architetti Coop Himmelb(l)au è stato terminato. Il Busan Cinema Centre è la sede del Busan International Film Festival, la più importante manifestazione del settore di tutta l’Asia e non soltanto dal punto di vista artistico ma anche come occasione d’incontro tra artisti e finanziatori come l’Asian Project Market, che promuove l’industria cinematografica coreana.
Dopo gli anni del protezionismo, che vietavano la visione di film stranieri e obbligava la proiezione di film locali per almeno 146 giorni l’anno, ora in Corea il clima è molto cambiato, si è aperto alle major americane e negli ultimi cinque anni sono stati realizzati in Corea oltre 90 film di produzioni asiatiche, americane e francesi.
Il prossimo Busan International Film Festival si svolgerà ad Ottobre e sarà celebrato nella nuova casa realizzata da Coop Himmelb(l)au, sancendo così l’ennesimo successo internazionale imprenditoriale coreano, così come l’assegnazione del Leone d’Oro alla Biennale del Cinema di Venezia 2012 al regista Kim Ki-duc consacra il ruolo della cultura popolare della Corea in un importante scenario internazionale.
L’asse del mondo ruota sempre più in direzione dell’Asia, e la Corea è uno dei motori che investe non solo in megaprogetti architettonici, ma soprattutto in prodotti culturali, o pseudo culturali, come videogiochi, fiction e musica pop, insomma la k-wave (l’onda coreana) nel settore del divertimento e dell’intrattenimento è un vero e proprio fenomeno culturale che sta investendo i paesi asiatici.
Oggi la k-wave coreana, spesso nominata "Hallyu", rappresenta un marchio che coinvolge musica, serie televisive, film, moda, viaggi e gastronomia a tal punto che ne è nata una rivista, Kwave Magazine, che viene esportata anche in Europa come i televisori Samsung o Lg ed altro.
Il progetto degli austriaci Coop Himmelb(l)au è l’apoteosi della k-wave perché integra perfettamente tutte le sue componenti in uno spazio disarticolato e scenografico come uno spettacolo nello spettacolo, dove l’architettura non lo contiene, ma lo rappresenta. Definirlo un cinema o teatro è senz’altro riduttivo perché qui lo spazio teatrale assume una nuova interpretazione portando la scena all’aperto assumendo una funzione equivalente al sagrato delle chiese occidentali, con un filtro pubblico che conduce alla cerimonia privata.
Un sistema spaziale a cantilever che contiene tutto ciò è necessario alla rappresentazione che rende omaggio ad una “cultura leggera” che ha un ruolo considerevole nell’economia del paese capace di affermarsi nel mondo esportando un modello vincente con oculate strategie di global marketing. Ormai la Corea gioca al tavolo dei grandi della terra e questi progetti architettonici sono il loro biglietto da visita con un’immagine unica, un’alta capacità realizzativa ed una determinazione pianificata.
Busan Cinema Centre di Coop Himmelb(l)au è sicuramente un’architettura innovativa, che stupisce ed intimorisce noi occidentali, anche se è soltanto un punto di partenza per la Corea, i cui limiti forse non esistono. La Corea non importa modelli da fuori ma li crea e li realizza, importa soltanto sapienze e capacità come quelle di Wolf D. Prix, co-fondatore dello studio Coop Himmelb(l)au, il cui ruolo viene riconosciuto con la consegna della cittadinanza onoraria dal sindaco di Busan.
Così come per il cinema mondiale, premia quello italiano assegnando un importante riconoscimento a tre italiani che hanno fatto molto per il cinema asiatico in Europa: Adriano Aprà della Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, Sabrina Baracetti del Far East Film Festival di Udine e Riccardo Gelli, direttore del Florence Korea Film Fest.
Volevamo dare una personale interpretazione sulle motivazioni che hanno determinato questa architettura senza approfondire elementi tecnici ed artistici, con i riferimenti a Oscar Niemeyer o Le Corbusier, che troverete senz’altro ben descritti in altri contesti, al massimo possiamo sintetizzare usando le parole dello stesso Wolf D. Prix “Architecture is the Media and the Media is the Message” e la Corea è “The Possibility of the Impossible“.
Location: Busan, South Korea